Nel cuore di Ekaterinburg, città russa degli Urali, un foglio A4 con il nome “Ural Telecom Systems” attira l’attenzione.
Tuttavia, dietro questo nome si cela un intricato labirinto di operazioni che coinvolgono direttamente il flusso di prodotti della società svizzera Traco Power, attiva nel settore dei sistemi elettronici.
Un terzo di tutte le importazioni di Traco Power in Russia è gestito da questa azienda russa, che ha attirato l’attenzione per la sua connessione con il complesso militare-industriale russo.
Il Contesto delle Sanzioni e la Difficoltà di Controllo
Con lo scoppio della guerra in Ucraina, l’importanza della tecnologia occidentale, compresa quella svizzera, è aumentata notevolmente per l’esercito di Vladimir Putin, che cerca modi per procurarsela nonostante le sanzioni.
Questa situazione ha spinto anche la Svizzera a unirsi alle sanzioni internazionali, ma limitare completamente l’approvvigionamento è una sfida cruciale per gli USA e i loro alleati.
Brian Nelson, sottosegretario per il terrorismo e l’intelligence finanziaria statunitense, ha recentemente visitato Berna per discutere con le autorità svizzere sull’efficace attuazione delle sanzioni.
Nonostante gli sforzi internazionali, scopriamo che i prodotti altamente tecnologici delle aziende svizzere continuano a fluire in Russia anche attraverso società terze, eludendo così le restrizioni imposte dalle sanzioni.
La Via di Hong Kong e Istanbul: Come Vengono Eluse le Sanzioni
I prodotti Traco Power, in particolare convertitori elettronici e sistemi di microchip, sono stati spediti in Russia attraverso decine di spedizionieri cinesi e turchi, tra cui la “BRK Logistics Transportation and Trade Limited Company in Transit Transaction” e la “Smart Trading Tasimacilik San Ve LTD” di Istanbul, recentemente sanzionata dagli Stati Uniti.
La principale destinataria russa di questi prodotti è la “Ural Telecom Systems”, un’azienda che ha visto crescere notevolmente le entrate dopo l’inizio della guerra.
La Complessità delle Connessioni Aziendali e Cambi di Nome
La “Ural Telecom Systems” ha cambiato nome a novembre scorso, ora registrata come “Power Telecom”.
Il motivo dietro questa operazione rimane oscuro, ma ciò che è certo è che, nonostante il monitoraggio da parte delle autorità ucraine, l’azienda non è stata sanzionata da nessun Paese.
La Traco Power sostiene di aver immediatamente sospeso tutte le spedizioni verso la Russia dopo l’entrata in vigore delle sanzioni UE nel febbraio 2022, ma i dati mostrano che i loro prodotti continuano ad arrivare in Russia da Paesi terzi.
Semiconduttori Svizzeri nelle Armi Russe: Il Caso di STMicroelectronics
Altro attore chiave è la multinazionale franco-italiana “STMicroelectronics”, con sede a Ginevra.
I suoi semiconduttori sono stati trovati su varie armi russe, inclusi missili con potenziali testate nucleari. Anche in questo caso, le spedizioni continuano nonostante le sanzioni.
La Difficoltà di Controllo e le “Sanzioni Secondarie”
La violazione delle sanzioni tramite società di paesi terzi è una sfida ampia e difficile da contrastare.
Gli Stati Uniti stanno rispondendo con “sanzioni secondarie”, incluso l’inserimento di entità turche e cinesi nella lista delle aziende sanzionate, come la “King-Pai Technology” con sede a Hong Kong.
Questa società ha fornito materiale con applicazioni militari alla Russia, eludendo le restrizioni.
Impatto delle Scelte Aziendali sulla Sicurezza Internazionale
Inoltre, prodotti di altre aziende svizzere, come la “Te Connectivity” e la “NVS Technologies Ag”, hanno trovato la loro strada in Russia nonostante le sanzioni.
La mancanza di indagini in Svizzera per violazione delle sanzioni solleva interrogativi sulla responsabilità delle aziende svizzere nell’elusione di tali restrizioni.
Conclusioni e Prospettive Future
L’articolo evidenzia la complessità delle connessioni aziendali e il costante flusso di prodotti tecnologici verso la Russia, nonostante le sanzioni.
La responsabilità delle aziende svizzere nel garantire il rispetto delle restrizioni internazionali diventa sempre più critica, con le sfide della “due diligence” e il ruolo delle sanzioni secondarie nel mitigare queste violazioni.
La questione rimane aperta, con la necessità di ulteriori indagini e azioni da parte delle autorità internazionali e delle aziende coinvolte.